Il Mondo sulle Spalle, Nicola Campiotti: “Il lavoro è il tema dell’Italia di oggi”
Il 19 febbraio è andato in onda su Rai1 Il Mondo Sulle Spalle, fiction che racconta la vera storia di Enzo Muscia, operaio che ha deciso di rilevare la propria azienda e salvare tutti i suoi amici e colleghi. La storia di Enzo, narrata anche nel libro Tutto per tutto (edito da ROI Edizioni), ha voluto fortemente raccontarla Nicola Campiotti, regista alla sua opera prima.
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“La storia di Enzo mi ha subito colpito ed emozionato. Ha risuonato in me come se fosse qualcosa che mi riguardasse profondamente. – racconta Nicola ai nostri microfoni – Il tema del lavoro per me è il tema dell’Italia di oggi. Enzo è un uomo che il lavoro lo ha difeso con i denti, per sé e per gli altri. Non poteva non colpirmi. Ho usato il suo metodo anche per il mio film, sfruttando la sua caparbietà per costruire questo progetto. La mia storia e il mio cv non mi consentono di ricevere una telefonata da qualcuno che mi propone un film. Sono alla mia opera prima e il film me lo devo costruire, soprattutto documentandomi. Io sono debitore a Enzo, perché mi ha insegnato il suo metodo: non mollare mai”.
“Con Beppe Fiorello ho avuto un incontro di un’ora, durante il quale ha spento il telefono e mi ha prestato totale attenzione. – ricorda poi Campiotti – Gli ho preparato un video con alcune scene dei suoi film. Montate insieme raccontavano la storia che volevo raccontargli. Un po’ come se avesse visto se stesso già nei panni di Enzo. L’ho spiazzato in questo modo, ma la cosa bella è che gli attori cercano storie interessanti da interpretare, per cui alla fine mi ha ringraziato. Ci siamo ringraziati a vicenda”.
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Nicola ricorda poi anche l’incontro con Enzo, che è stato “preziosissimo, perché abbiamo girato in una fabbrica vuota e finta, ed era lui a darci tutte le cose di cui avevamo bisogno”.
“Enzo l’ha vissuta con emozione e orgoglio. – aggiunge il regista – Lui è stato premiato dal Presidente, però ora con questa fiction ha un riconoscimento popolare, perché speriamo ovviamente che questa storia sia un esempio. Enzo non è un santino, l’eroe è un uomo che ogni giorno porta avanti la sua battaglia. Più che un gesto eroico, il suo è stato un gesto civile”.
“L’Italia è uno dei pochi paesi in cui a 35 anni sei ancora giovane. – scherza infine Campiotti – Però sì, nel nostro lavoro non è facile emergere. Io sono felice di essere arrivato a questa prima regia attraverso tutta la gavetta. Sono arrivato dopo averne fatte tante. Come regista ho più libertà di scegliere, ma se sbaglio ho anche più responsabilità”.