Pace fatta tra Vittorio Sgarbi e Barbara D’Urso. Dopo l’acceso scontro della scorsa settimana, eri sera il critico d’arte è tornato a Live Non è la D’Urso per chiarirsi con la conduttrice. Vittorio ha portato con sé un mazzo di rose rosse per farsi perdonare, ma non ha proprio chiesto scusa. Barbara ha accettato i fiori e ha deciso di mettere una pietra sopra quanto avvenuto nella scorsa puntata. Ma le sue espressioni durante le parole di Sgarbi sono diventate virali sui social.
Sgarbi e Barbara D’Urso fanno pace
Barbara D’Urso ha invitato nuovamente Vittorio Sgarbi nel suo programma della domenica sera. Lui si è presentato con delle splendide rose che ha fatto consegnare nelle mani della conduttrice. Il critico d’arte ha provato a spiegare il suo punto di vista sul concetto di raccomandazione – termine che ha scatenato la lite in diretta – e si è detto dispiaciuto di aver turbato la sua interlocutrice. Vittorio ha parlato di equivoco ma non ha mai pronunciato la parolina che Barbara si attendeva, ovvero “scusa”.
“Un uomo colto non dovrebbe mai essere così violento verso una donna, sono rimasta molto male. Accetto le rose, non ho le tue scuse ma diciamo che questa è una forma di scusa. Va bene così e andiamo avanti” ha replicato lei. Mentre Sgarbi parlava e spiegava le sue ragioni, la conduttrice lo guardava quasi perplessa e le sue espressioni di quel momento sono già diventate virali sul web.
Cosa era successo una settimana fa
Nella scorsa puntata di Live Non è la D’Urso, Sgarbi aveva detto che una delle ragazze del programma di Italia 1 gli era stata raccomandata, sollevando un acceso confronto con Carmelita. Poi, aveva aggiunto che la D’Urso stessa era stata raccomandata, mandando su tutte le furie la conduttrice.
Ne era nata una discussione furente durante la quale Vittorio ha insultato e offeso Barbara, mandandola persino a quel paese. Lei gli aveva chiesto di lasciare lo studio, ma lui era rimasto al suo posto, anche se in silenzio.
Durante la settimana, lui aveva minacciato querele poi si era scusato con una lettera aperta pubblicato su Il Giornale e ieri sera la pubblica ammenda.