I segni vitali del Pianeta Terra stanno peggiorando al punto da andare sempre più diretti verso il ‘punto di non ritorno’, ovvero il momento nel quale sarà impossibile porre in essere qualunque intervento volto a riportare la situazione dell’intero sistema a condizioni ‘normali’ o quanto meno accettabili. Ma cosa sta per accadere al nostro pianeta?
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I segni vitali del Pianeta Terra stanno peggiorando: vicini al punto di non ritorno?
Andiamo con ordine. Nell’aggiornamento di uno studio pubblicato per la prima volta nel 2019 e firmato da 14mila scienziati di 158 paesi, molti ricercatori hanno fatto presente che 16 dei 31 segni vitali del Pianeta Terra stanno raggiungendo dei livelli decisamente preoccupanti.
Tra questi segni sono inclusi l’effetto serra, la concentrazione di gas serra, le temperature delle acque, l’acidificazione dell’oceano e le quantità di bestiame allevato nel mondo.
Le conseguenze del peggioramento dei segni vitali della Terra
Dopo il rallentamento del 2020 dovuto alla pandemia Covid-19, il peggioramento di questi fattori riflette la ripresa globale dell’economia, con conseguenze note e che vediamo costantemente intorno a noi: alluvioni, ondate di calore, tempeste inusuali e incendi sempre più frequenti.
Nel mese di aprile 2021, la concentrazione di diossido di carbonio ha raggiunto la cifra record di 416 parti per milione, la più alta mai registrata nella storia. Inoltre, l’aumento della presenza di metano nell’atmosfera è legata soprattutto agli allevamenti intensivi e alle emissioni da essi provenienti, facendone la prima causa di produzione di gas serra.
La priorità, dopo i segnali arrivati da questi ‘segni vitali’, è quella di ridurre drasticamente le emissioni dei gas serra che influiscono in maniera marcata sulla salute del Pianeta Terra.
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