L’introduzione degli spot su Prime Video suscita dibattito tra gli italiani, con il 60% favorevole ma con riserve rispetto alla TV tradizionale.
Il mondo dello streaming si prepara a un cambiamento significativo con l’annuncio di Prime Video riguardante l’introduzione della pubblicità. Questa novità, comunicata direttamente agli abbonati, prevede la presenza di spot pubblicitari all’interno dei film e delle serie TV a partire dal 9 aprile. Sebbene il 60% degli italiani accolga con favore questa decisione, emerge un certo scetticismo rispetto alla pubblicità televisiva tradizionale.
Pubblicità su Prime Video: operazione ben accettata
Secondo quanto riportato da una recente indagine condotta da The Trade Desk, noto colosso mondiale della pubblicità digitale, il 60% degli italiani approva l’introduzione di annunci pubblicitari su Prime Video. Tuttavia, la maggioranza degli intervistati mostra una preferenza per un’esperienza di visione meno interrotta rispetto alla tv tradizionale.
Leggi anche: SU PRIME VIDEO IL K-DRAMA A BASE DI VENDETTA E TRADIMENTI
Angela Bersini, General Manager Italia di The Trade Desk, commenta che questo passaggio è motivato dalle pressioni economiche e dalla crescente concorrenza nel settore dello streaming. La ricerca indica che il 59% degli italiani è aperto alla pubblicità in cambio di contenuti gratuiti, suggerendo che il futuro dello streaming potrebbe essere ibrido, con opzioni sia a pagamento che supportate dalla pubblicità.
Secondo un’altra ricerca condotta da YouGov per conto di The Trade Desk, la maggioranza dei consumatori italiani ha un tetto di spesa mensile per l’accesso ai servizi streaming, con il 65% dei intervistati che dichiara un limite di 30 euro al mese. Questo apre le porte a piattaforme gratuite o a basso costo supportate dalla pubblicità, con il 59% degli intervistati che preferirebbe un servizio gratuito finanziato da annunci o un servizio a pagamento con interruzioni pubblicitarie limitate e rilevanti.
Prime Video: concorrenza spietata, spot necessari
Tuttavia, Bersini sottolinea che questo modello è sostenibile solo se il carico pubblicitario è significativamente inferiore a quello della televisione tradizionale. Per rimanere rilevanti e coinvolgenti, le piattaforme streaming devono fare affidamento su dati, pubblicità mirata e innovazioni tecnologiche.
L’indagine di The Trade Desk rivela anche che il 72% di tutti i telespettatori italiani ha guardato contenuti in streaming nell’ultimo anno, con una preferenza per la visione su TV per gli spettatori più anziani e un’adozione maggiore dei dispositivi mobili tra i giovani.
In un panorama in continua evoluzione, l’introduzione della pubblicità su Prime Video rappresenta una mossa audace che potrebbe ridefinire il modo in cui gli italiani consumano contenuti digitali, offrendo nuove opportunità sia agli utenti che agli inserzionisti.
Foto preview: Juan Ci / Shutterstock.com
Foto interna: Ufficio Stampa