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JOMO, come si vive la “gioia di perdersi qualcosa” sui social

JOMO, come si vive la “gioia di perdersi qualcosa” sui social

Vacanze, mare, estate, sole e – se possibile – pochissima tecnologia.

Quanto tempo passiamo infatti al cellulare? Quante ore impieghiamo semplicemente a leggere bacheche, guardare foto, interessarci a ciò che gli altri postano sui social? Non proprio una cattiva abitudine, ma sicuramente un modo per essere un po’ meno felici e poco concentrati su se stessi. La chiamano FOMO (Fear of Missing Out), la paura di perdersi qualcosa, la voglia di stare sempre sul pezzo che rischia tuttavia di alienarci da ciò che abbiamo realmente intorno.

L’effetto blowling: come Tinder è diventato un fenomeno di massa

Non fa bene, lo dice persino Google, che vi invita a vivere l’estate sotto il mantra di JOMO, la gioia di perdersi qualcosa (joy of missing out, appunto). Sundar Pichai, amministratore delegato di Google, a maggio durante una conferenza aveva sottolineato l’importanza di lasciar correre qualche aggiornamento, tanto da annunciare l’introduzione su Android di strumenti capaci di misurare quanto tempo trascorriamo attaccati ai nostri smartphone e ai nostri tablet. L’obiettivo è quello di far cambiare rotta all’utente e spingerlo a usare i social solo in maniera attiva, quindi solo interagendo effettivamente con altri utenti.

L’imperativo – o meglio l’adesione a questa filosofia – l’ha sposato anche Facebook, invitando i suoi iscritti a trascorrere meno tempo sulle bacheche e più tempo “nel mondo reale”, soprattutto durante le vacanze. Ma si può effettivamente spegnere il cellulare e semplicemente vivere?

Il New York Times ha pubblicato una guida estiva alla JOMO, dando ai suoi lettori vari suggerimenti. Il primo è quello di usare app che segnalano quanto tempo trascorriamo sui social (come Moment) e calibrare in questo modo il nostro comportamento. Un altro consiglio è quello di non rispondere subito a chi ci scrive, abituare i nostri amici o colleghi al fatto che non trascorriamo sempre il nostro tempo al cellulare. Se l’autodisciplina, tuttavia, non dovesse bastare, il NYT suggerisce metodi drastici: silenziare le notifiche e addirittura eliminare le app che ci distraggono di più, come Instagram o Twitter.

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This post was last modified on 3 Agosto 2018 11:59

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Grazia Cicciotti

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